
Ottobre - Nel mio tempo
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Posso fare tutto ma con calma.
Proprio non so correre, io passeggio. Non funziona mettermi fretta, l’ansia mi rallenta. La mia lentezza può infastidire, lo capisco.
Eppure ho sempre sentito di non poterne fare a meno, ho bisogno del contatto con emozioni, eventi e pensieri. Nonostante la continua sensazione di vivere fuori dal tempo. Quando tutto va sempre più veloce, rallentare diventa una scelta contro intuitiva.
Procedere con calma, sentire il proprio ritmo, dedicarsi alla vita. Prendere un bel respiro e osservare, senza giudizio, ciò che accade dentro e fuori di noi. Nulla è buono o cattivo, giusto o sbagliato.
“I pensieri si pensano da soli”, lasciamoli liberi, lasciamoli andare. Le emozioni che proviamo hanno una loro storia e una loro ragione di essere, scopriamole. Gli eventi della vita non sono fortunati o sfortunati, non lo possiamo sapere, si rivela tutto solo dopo.
Le scelte migliori della mia vita sono nate nei periodi più bui, quando mi sono spinta oltre un limite che cercava di proteggermi. Emergono risorse. Va bene toccare il fondo. I momenti più pericolosi sono quelli in cui sopravviviamo, quando non siamo né pienamente soddisfatti né completamente insoddisfatti della nostra vita. Va bene toccare il fondo.
Scopriamo, molto in breve, alcuni modi di pensare che condizionano e affaticano i nostri comportamenti (secondo V.Albisetti) :
- L’eroico “Ci penso io” Sempre in prima fila, mai un momento di pausa, pronto a caricarsi il mondo sulle spalle con un coraggio che paga a caro prezzo. Spesso è il problema dei primogeniti o di chi è stato caricato di responsabilità fin da piccolo. Aiuta gli altri ma ne limita la libertà. Tende al rancore, all’intolleranza e alla frustrazione perché non riceve quello che lui stesso si nega : il piacere e la riconoscenza.
Da chi desideriamo il riconoscimento?
- Il vittimista “Non so se posso” Sempre in ultima fila o nascosto, convinto di non meritare nulla. Divorato dal senso di colpa che alimenta gelosia e rancore per chi si gode la vita senza mortificazioni. Gli altri sono sempre più belli, bravi e fortunati di lui.
Da chi desideriamo attenzioni?
- Il perfezionista “devo fare sempre di più” Consuma tutta l’energia vitale per fare sempre meglio. Tenta di controllare la realtà e si perde la vita vera. Sfinito nel corpo e nella mente, il perfezionismo (negativo) appanna la lucidità e mina l’autostima.
Chi non ci ha fatto sentire “abbastanza”?
- L’insoddisfatto cronico “potrebbe andare meglio” Gli manca sempre qualcosa per poter essere soddisfatto della vita (il sole, la luna, una promozione, un incontro). Con un filo di presunzione crede che la soluzione ai problemi sia da cercare all’esterno e mai dentro di sé. Eterno scontento, rincorre ciò che manca senza più vedere cosa già custodisce.
Cosa ci è mancato più di tutto?
- L’ansioso cronico “il peggio deve ancora venire” Non occorre descrivere a chi soffre d’ansia come si vive. Ogni azione, progetto o istante è minato dalla certezza che andrà a finire male.
Cosa ci spaventa più di tutto?
Riconosci in te stesso uno o più tratti di queste modalità di pensiero? Io li ho sperimentati quasi tutti per voi😁
Ottobre in breve
- Vivi nel tuo tempo, segui il tuo ritmo
- Che succede se rallenti?
- Dove corriamo tutti quanti?
- Riconosci la struttura del tuo pensiero
- Chi sei oltre i condizionamenti del tuo pensiero?
- La creatività inespressa diventa follia
- Dedicati alla vita💓

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