A stained glass window

Occhi verdi

5 febbraio 2022Tempo di lettura: 2 min
#storie #scrittura-terapeutica

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Non so piangere, non so capire. So fingere e amare.

Io con la tristezza ci convivo da sempre. Dapprima che diventassi il figlio modello, il fratello buono. I miei continui sorrisi, così lontani dalle urla di mia sorella, erano dovuti all’amore. Immobile, non respiravo, non mi arrabbiavo mai, volevo che chi mi stava accanto stesse bene. Era una parziale verità.

Elena l’ho conosciuta dopo la fine della storia con Maria. L’ho amata tanto, ne sono certo. Elena bella non è ma io pensavo di essere abbastanza bello per entrambi e poi lei ha la pelle bianca e candida. A me il candore eccita e commuove o forse dovrei dire commuove ed eccita.

Con Elena resistevo ad ogni sua follia, lei cadeva, urlava, rideva, in una continua prova di forza. Ero lì, immobile (un’altra volta), sempre il più bello, sempre il più sereno. Le giornate le trascorrevamo per lo più passeggiando e parlando di quello che Elena avrebbe potuto fare per migliorarsi. Ricordo la sensazione di quei giorni (mai più provata nella mia vita). Mi pareva che Elena fosse l’unica nota dolente rispetto a una vita potenzialmente perfetta, come il famoso sassolino nella scarpa. Solo ora so quanto l’attenzione ossessiva a quel sassolino mi consentiva di non vedere il resto. Me stesso.

Mia madre, aveva gli occhi verdi. E’ morta il 16 dicembre 2020. Gli ultimi anni prima di morire aveva deciso che io e lei non andavamo più d’accordo. Ogni giorno, almeno per un istante, mentre faccio il caffè o parlo distrattamente con un cliente, penso sia stato l’ultimo regalo che mi abbia fatto. Se non ci fosse stato quell’impercettibile allontanamento probabilmente non sarei sopravvissuto alla sua morte. Di lei ricordo ogni frase, ogni consiglio che ho ostinatamente seguito, per diventare l’uomo (meraviglioso) che lei avrebbe voluto (al suo fianco). Era sola o forse era nata sola e quindi destinata a sentirsi così per sempre.

Io ora sono quell’uomo meraviglioso. Lei mi disse di lasciare Elena (questo deve essere stato il penultimo regalo) e io mi aggrappai con tutte le mie forze a una decisione che sapevo essere giusta. Del resto, di lì a poco, non avrei avuto più bisogno di avere al mio fianco una persona “sbagliata” per risplendere. Avrei continuato a provare a risplendere tutta la vita, per accontentare occhi verdi. Ormai spenti.

M
Commento
Da "figlio buono" a "fidanzato perfetto". Con la fine della sua relazione M. ha lasciato andare qualsiasi tentativo di trattenere il ruolo che aveva nella sua famiglia d'origine. Nel suo percorso coraggioso e autentico, ha scelto di liberare se stesso e la sua compagna da una relazione disfunzionale.

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